
Negli ospedali e nelle RSA, negli ultimi due anni, basandosi su quello che capita di leggere dalle persone coinvolte che si sfogano e raccontano online, ci sono stati centinaia di episodi del tutto rientranti nella pratica della tortura.
L’essere umano non é un oggetto, una macchina. Non può essere isolato dai propri simili, tenuto in ambienti dove non può più distinguere il giorno dalla notte – in molti reparti covid mancavano le finestre -.
La stessa parola cultura deriva da cultus, culto. Non si può negare all’essere umano il rito funebre, la veglia o addirittura costringerlo a essere bruciato, quando per molte religioni, specie quelle monoteistiche, si ritiene che la pratica leda l’anima. Mettere anziani di ottanta, novant’anni, in isolamento nelle proprie stanze, vietando persino di consumare pasti in comune, significa umiliarli e indebolirli, oltre che portarli al peggioramento delle condizioni psicofisiche. Centinaia di persone denunciano lo scatenamento e l’aggravarsi nei loro cari, di patologie che negli anziani si sono innescate proprio attraverso lo shock e lo spaesamento.
I social sono pieni di migliaia di testimonianze che parlano di pazienti lasciati di fatto soli nei loro letti per giorni e giorni, non in grado di telefonare. Effetti personali bruciati, casse sigillate e persone che non hanno potuto constatare la presenza dei loro cari nelle bare e che per questo non riescono ad elaborare il lutto. Gente chiusa nei sacchi neri, senza un ultimo saluto.
Nel Duemilaventi, non nel Medioevo.
Queste cose non le ha fatte la pandemia. Le hanno fatte gli uomini.
Chi scrive, incappò con orrore su Facebook in un post fiero, di una mamma che descriveva come sacrificio necessario l’aver rinchiuso il figlio piccolo per dieci giorni – non si negativizzava -nella sua cameretta, solo. Asintomatico. Con i pasti consegnati alla porta. Salvo lamentare la sofferenza per il… sentirlo piangere! Un vero caso di violenza su minore, indotto dalla TV e dai “medici” vip che questo hanno insegnato a quella mamma. Su una base evidentemente inumana già di suo.
Una mamma che teme il proprio figlio é l’orrore che nessun animale feroce conosce.
Aver inculcato nei bambini che sono loro a doversi sacrificare per tutelare gli adulti, rientra poi in un vero comportamento contro natura. Un ribaltamento di ruoli e funzioni: é l’adulto che deve proteggere il bambino e non viceversa!
Quasi pedofilica la morale immorale di dire al bambino che …”questo é amore”.
I lager ci sono stati. Solo che le musichine e gli inquietanti balletti degli infermieri in stile Arancia Meccanica, coprivano le urla.
Tutto vero
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