Alla ricerca del corpo dimenticato

di FABIO SONZOGNI

Cos’è la Black Out Challenge su TikTok? La moda del soffocamento autoindotto, attraverso cinture o corde intorno al collo, che dilaga sul popolare social network.

La pericolosa sfida ha portato a diverse vittime tra i giovani (l’ultima una ragazzina di 10 anni in coma a Palermo). La moda di legarsi una cintura intorno al collo fino a soffocare è solo l’ultima delle sfide online che fanno il giro del web e diventano pericolosi trend in voga tra i più giovani. La sfida estrema in voga consiste in una gara d’apnea che implica la misurazione della resistenza al soffocamento e alla mancanza d’ossigeno, per poi condividere il proprio risultato su TikTok o Instagram e sfidare altri utenti che rischiano di iniziare una pericolosa danza con la morte.

Nel milanese, due ragazzini si tagliano le guance come Joker.

Lei 14enne è arrivata al pronto soccorso con profondi tagli che dagli angoli della bocca si allungano sul viso. L’amico di poco più grande anche lui ferito al volto, ma in modo non grave. La loro spiegazione ai medici del pronto soccorso di Cernusco sul Naviglio, è apparsa subito inverosimile: «Ci hanno aggredito per strada».

Le indagini dei carabinieri hanno svelato invece un’altra storia: quelle ferite che deturpano la ragazzina gliele avrebbe inferte l’amico. Forse per un gioco folle, una “prova di forza”. “Abbiamo fatto questa prova per verificare la soglia del dolore”, avrebbe detto il ragazzo, “e per somigliare a Joker”.

Maxi risse in centro a Venezia e a Roma. In entrambi i casi i protagonisti sono ragazzini adolescenti.

A Roma il più grande dei 10 minorenni identificati ha 14 anni. A Venezia sono stati coinvolti circa 40 adolescenti: la rissa è scoppiata dopo un diverbio tra ubriachi. I ragazzi si erano dati appuntamento in campo Bella Vienna, alle spalle di Rialto. Dopo i primi spintoni, la situazione è degenerata, coinvolgendo tutti e 40 i presenti, alcuni dei quali molto ubriachi.

Nel frattempo a Roma è scoppiata una nuova rissa tra ragazzini, dopo quella del sabato precedente al Pincio. Questa volta gli scontri sono stati a Villa Borghese. Gli agenti sono intervenuti fermando 10 ragazzi, tutti minorenni. Il più grande del gruppo ha 14 anni. I giovani sono stati caricati su un bus e portati in questura scortati dalle volanti, dove sono stati identificati e riaffidati ai genitori.

Alcuni cellulari sono stati sequestrati. Sembra ci sia un collegamento con la mega- rissa avvenuta al Pincio avvenuta la settimana prima. È certo che i giovani si siano dati appuntamento.

Il suicidio tra i giovani è un trend in allarmante aumento.

Ho cercato il filo rosso che lega questi fenomeni di cui si parla troppo poco.

Ho affrontato spesso la questione educativa che mi pare decisiva in questo tempo faticoso, emergenziale. Ritengo la scuola il luogo privilegiato per tale compito, ma lavorandoci avverto che non è sempre così, al contrario sembra che la scuola abbia scelto di informare affinché i discenti possano corazzarsi e partecipare alla competizione con l’altro. Pratica collaudata da decenni dalla scuola anglosassone.

È anche per questo che credo sia giusto diffondere sull’intero territorio proposte formative. I cinema, i teatri, insieme a biblioteche, librerie, attività sportive, relazioni in contesti strutturati, la famiglia, luoghi capaci di aggregare persone innamorate della stessa passione… insomma ogni luogo che favorisca l’incontro con l’altro per condividere.

E invece si tengono chiuse le Scuole. i Cinema, i Teatri, le Biblioteche. Da fonte MIUR: “La scuola non ha avuto impatto sull’aumento dei contagi generali, se non in modo molto residuale”. Motivando questa affermazione con la percentuale (naturalmente molto piccola) di nuovi contagiati rispetto al totale di ciascuna categoria: 0,021% degli studenti, 0,047% dei docenti e 0,059% dei non docenti.

L’Agis, l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, ha monitorato 2.782 spettacoli tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento. Nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) a inizio ottobre, le Asl territoriali hanno registrato un solo caso di contagio da coronavirus. “Una percentuale pari allo zero e assolutamente irrilevante” – sostiene l’Agis – che testimonia quanto i luoghi che continuano ad ospitare lo spettacolo siano assolutamente sicuri.

Perché questo accanimento nei confronti della formazione?

Spesso e giustamente quando si parla di Spettacolo in relazione alle chiusure causate dal Covid-19 ci si riferisce ai lavoratori dello spettacolo e di cosa perde lo spettatore, chi ne parla?

In alcuni ambiti l’arte è tuttora considerata inutile se non per divergere, divertire. No l’Arte non è divertimento, è un’opportunità per modificare lo sguardo, per alzare gli orizzonti, per abbandonare la staticità e mettersi in moto, per emozionarsi, per incontrare l’altro, le cose del mondo e sé stessi.

Chiudere quei luoghi significa distanziamento sociale (termine orribile e pericoloso), che rivela la volontà di sottrarre all’Uomo l’unica possibilità di provare a vivere il coraggio di pensare, autonomamente, in libertà.

E forse con strumenti più affinati potrà anche convivere con il nemico invisibile rielaborando, per comprenderle, paure e angosce altrimenti capaci di fare molto male, innanzitutto ai nostri ragazzi il cui contesto non è più soltanto liquido, ma approda allo stato gassoso.

Gli episodi su citati sono un allarme che è meglio rimarcare e provare a conoscere. Da insegnante, genitore, adulto sono spaventato per le conseguenze che i nostri ragazzi porteranno nei loro corpi dimenticati, quei corpi che cercano il limite del dolore per verificarne l’esistenza.

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Fabio Sonzogni ha lavorato come attore con i registi: Luca Ronconi, Dario Fo, Antonio Syxty, Antonio Latella. Dal 2000 lavora come regista. Il suo ultimo lavoro teatrale, Signorina Julie di Strindberg è in tournée. Dalla prima edizione si occupa della direzione artistica del Siloe Film Festival. Per approfondire. 

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